1 The private press, ovvero, del perché di questo.


Non so quanti ne ho aperti, di blog.Il primo, credo fosse il 1997, dal public pc di un albergo di non so più dove, preso dalla noia di una sera passata in un altrove dove, evidentemente, in quel momento non avevo alcun interesse a stare.Mi ricordo un muro davanti e il monitor crt che ronzava, e il buio fuori dalla finestra della hall dell’albergo, mi ricordo il bicchiere di qualcosa di veramente forte di fianco al mouse, e il gusto di berlo alla faccia del mio di allora datore di lavoro, e mi ricordo quella voglia di raccontare, di tirare fuori in qualche maniera quel fiume di parole che mi si ribolliva dentro in quel periodo difficile e strano della mia vita, quantomeno come processo di auto analisi.Quel blog, pubblicato su una piattaforma ormai defunta, con tutte le sue parole e i suoi ignorantissimi pulsanti gif animati, è affondato nel mare dell’internet, insieme al seguente e tutti gli altri, i motivi sono molteplici, ma alla fine come tarli rodono lo scafo, non delle idee, ma della voglia di esprimerle.Come Achab, « Roso di dentro e arso di fuori dagli artigli fissi e inesorabili di un'idea incurabile. » spingo l’ennesimo scafo nel mare della rete, pianto una moneta d’argento dell’albero maestro, e non so dove, e per quanto, durerà questo viaggio.

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